di Nokuthula Khanyile

È martedì sera. C’è buio e fa freddo. Un mucchio di coperte e cartone ricopre un muro in tutta la sua lunghezza in Chota Motala Road, a Raisethorpe.

Tutto intorno ci sono mucchi di spazzatura. Un gruppo di almeno 20 o 25 bambini e giovani adulti si stringono attorno a un fuoco.

La maggior parte di loro sta sniffando colla da sacchetti di plastica, alcuni utilizzano bottigliette di succo e pacchetti di patatine vuoti.

Questi sono i bambini di strada di Raisethorpe.

A differenza di molti dei suoi coetanei fortemente attratti dalle tendenze dei social media e dai vestiti firmati, la preoccupazione più grande di *Amahle (13) è assicurarsi di trovare abbastanza soldi per sniffare colla e sopravvivere un’altra notte.

Vestita con una gonna al ginocchio e un top, Amahle ammette di essersene andata di casa un po’ all’improvviso, dopo che, un anno prima, le era stata suggerita la possibilità di una vita migliore a Raisethorpe.

“Non conosco mia madre. Non ha mai avuto tempo per me. A nessuno nella mia famiglia interessa”, ci ha detto.

La nonna di Amahle non ha assolutamente idea di dove sia la nipote, e dubita che qualcuno nella sua famiglia si preoccupi per lei.

“Ho provato a tornare a casa. Ma ogni volta mia nonna mi chiama phara (vagabonda) e mi accusa di rubarle le sue cose”.

Amahle fuma sigarette, marijuana e sniffa colla.

È su un marciapiede, nel cuore di Raisethorpe, su Dr Chota Motala Road, che Amahle vive con un gruppo di almeno altri 25 bambini e giovani adulti.

Il gruppo rappresenta una parte dei più di 400 senza tetto che vagabondano per le strade di Pietermaritzburg; un quarto di questi sono bambini.

La loro età va dai 7 ai 30 anni, e le motivazioni per cui hanno lasciato le loro case variano molto.

Alcuni parlano di povertà, altri di abusi. Alcuni dicono di essere stati costretti ad abbandonare le loro case dai genitori, mentre altri se ne sono andati perché volevano sperimentare la libertà, volevano bere e fumare senza essere rimproverati.

A un paio di metri da Amahle, *Mbuso (17) cammina con fare altezzoso su e giù per la strada che condivide con alcuni amici e altri uomini più anziani.

“Stavano succedendo troppe cose a casa, e quando tutti iniziano a lamentarsi, diventano una seccatura”, spiega.

Mbuso afferma che è dovuto andarsene, specialmente perché il resto della sua famiglia gli causava problemi non necessari. “Mi sono reso conto che non dovevo per forza sopportarli, quindi me ne sono andato”, dice.

Mbuso ammette che le sue difficoltà non venivano solo dal fronte familiare, anche la scuola si era dimostrata problematica.

“Non ho superato il sesto anno, e piuttosto di ripeterlo e rendermi ridicolo, ho mollato”, dice.

Si è cercato una vita alternativa sulla strada, e non ha alcuna intenzione di tornare a casa.

Mbuso racconta che a casa non c’era abbastanza cibo per tutti, e, non portando a casa alcun soldo, sentiva di essere un peso per la madre sola.

*Sihle viene da Ezinketheni, e afferma che la pressione dei coetanei e cattivi amici l’hanno fatto finire sui freddi e polverosi marciapiedi di Raisethorpe.

Questo è il suo secondo anno sulla strada, e la vita non è stata facile.

Ci ha raccontato della sua lotta quotidiana per guadagnare i soldi necessari per comprarsi qualcosa da mangiare. La banconota da 20 rand che riesce a guadagnarsi ogni tanto lavando macchine e riciclando cartone è a malapena sufficiente.

Faccio affidamento sui pasti forniti da Ikhayalethu Projects, ma la maggior parte dei giorni resto senza cibo”, dice.

Mentre cala l’oscurità, i giovani iniziano, come d’abitudine, a impilare i cartoni insieme per riciclarli e la plastica per accendere un fuoco non appena il sole tramonterà, prima di sistemarsi in scatole di cartone e avvolgersi insieme a tutto quello che possiedono.

Per riuscire a dormire un po’, sono costretti a combattere la totale oscurità armati solo dello stretto necessario.

Senza strutture o mezzi convenzionali per stare al caldo, quelli che rimangono senza un riparo per la notte sono costretti a ricorrere a metodi insoliti. Si avvolgono in tutti i vestiti caldi che possiedono, e si raccolgono sotto spesse coperte logore. Mucchi di plastica e cartone vengono usati per costruire letti improvvisati.

Per avere un po’ di privacy, o per nascondersi alla vista, sistemano i loro averi intorno a loro.

Tutte queste cose, per loro molto preziose, rischiano di essere rubate. Ma raramente riescono a trovare un posto dove nasconderle.

*i nomi sono inventati

Perche i bambini scelgono la strada

Robyn Hemmens, direttrice delle operazioni dell’ONG Dlalanathi, afferma che ci sono varie ragioni per cui un bambino sceglie di vivere sulla strada.

La vita a casa potrebbe essere molto dura, o potrebbero esserci problemi comportamentali. Hemmens afferma che alcuni bambini arrivano sulla strada in seguito alla morte dei genitori – talvolta a causa di HIV e AIDS – o dopo essere scappati dalle violenze che subivano a casa. Altri vivono sulla strada semplicemente perché le loro famiglie sono troppo povere per prendersi cura di loro.

Prima di lavorare per Dlalanathi, Hemmens lavorava per un’organizzazione che aiutava le bambine che vivono sulle strade di Durban. Grazie a quell’esperienza ha conosciuto le storie dei bambini che vivono sulla strada e ha osservato le lotte che affrontano ogni giorno.

“Una cosa comune a tutte le loro storie è che quando le cose si sono fatte difficili, nessuno di loro aveva un adulto a casa con cui si sentiva al sicuro emotivamente. Questi bambini non hanno un collegamento emotivo sicuro con nessun adulto”.

Hemmens sostiene che i bambini di strada lascino casa alla ricerca delle amicizie e dell’amore che a casa non hanno mai avuto.

“Tutti devono pensare al modo in cui sono stati trattati, e al perché vivono in strada e soffrono in strada”, dice Hemmens.

Questi bambini sono traumatizzati. Hanno sofferto pesantemente, sono stati abbandonati…andare a vivere in strada è un atto di disperazione”.

Le ragazze affrontano situazioni particolarmente difficili.

“Alcune finiscono persino per vendere il loro corpo per guadagnare soldi per comprare cibo.”

Hemmens sostiene che sulle strade ci siano stupro, criminalità e anche rapporti sessuali consensuali.

I bambini sono sessualmente attivi. Hanno rapporti sessuali perché sono alla ricerca di intimità emotiva. Vogliono vicinanza fisica come noi tutti, e la ritrovano in relazioni sessuali. Se capisci i loro bisogni emozionali e fisici, capisci anche perché si comportano così”.

Hemmens dice che l’infezione da HIV tra i bambini di strada continua ad essere una sfida significativa.

Un’altra sfida, dice, è portare i bambini in un centro di accoglienza dopo che hanno assaporato l’indipendenza della strada.

“La difficoltà di tornare in uno spazio chiuso quando hai sperimentato l’indipendenza è grande. Richiede la costruzione di fiducia e di una relazione con il bambino”, dice.

Mentre vengono fatte in continuazione richieste per portare i bambini fuori dalla strada, Hemmens afferma che le rimozioni forzate non funzioneranno.

“Mi ricordo che qualcuno un giorno ha detto ‘dobbiamo andare in strada, raccogliere tutti i bambini, e chiuderli in un centro. Basta tirarli fuori dalla strada.”

“Ma così non funzionerà mai. Se un bambino che ha guadagnato quel livello di indipendenza viene obbligato a stare in un posto dove non ha scelto di andare, in nessun modo riuscirai a trattenerlo. Troverà sempre il modo di scappare.”

Attraverso Dlalanathi, Hemmens lavora con comunità vulnerabili, con famiglie che soffrono a causa di povertà, traumi e perdite, il suo lavoro vuole essere una misura preventiva per rafforzare il legame tra bambini e adulti, usando il gioco.

Il tessuto sociale è distrutto

Dr Sagie Narsiah, del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di KwaZulu-Natal, afferma che l’aumento del numero di bambini di strada parla di un tessuto sociale che è stato distrutto.

“I numeri dicono molto riguardo al valore che diamo alle persone più vulnerabili all’interno della nostra società.”

Narsiah afferma che anche alti livelli di disoccupazione contribuiscono alla rottura di famiglie. “Le persone devono trovare altri modi per guadagnarsi da vivere, piccoli lavori a progetto o lavori occasionali. Di conseguenza, i bambini tendono a essere trascurati e abbandonati mentre altre persone si prendono cura di loro.”

Narsiah inoltre afferma che il governo non sta riuscendo a garantire che i bambini in età scolare vadano a scuola. “Il governo parla a una nazione che ha perso la sua bussola morale e sta attraversando tempi duri. Le persone stanno facendo queste scelte come meccanismo di sopravvivenza.”

Il collante che tiene uniti

Per solo un paio di rand, i bambini che vivono sulle strade di Pietermaritzburg possono bloccare fuori la terribile realtà in cui vivono e scendere in un mondo parallelo che li intorpidisce per un po’, un mondo dove non ci sono né freddo né fame, dove gli estranei non ti indicano e non ti fissano, e dove non devono fare i conti con la solitudine.

Questo è tutto quello che costa comprare una bottiglietta di appiccicosa colla arancione dai negozianti che la vendono, a volte scontata e perfino a credito per i giovani.

I bambini ci hanno raccontato che non gli interessa che prima o poi non saranno più in grado di camminare e che potrebbero soffrire di una improvvisa morte per inalazione quando i loro polmoni si bloccheranno a causa della tossicità dei fumi inalati. “Viviamo alla giornata, il domani non ci riserva niente da aspettare con impazienza”, dice uno di loro.

Ricerche mostrano che la colla è la droga di cui abusano maggiormente i bambini di strada in Sud Africa. Tre tipi di colla sono facilmente accessibili sulla strada: Neoprene, SS Neoprene e la più tossica, una colla arancione scuro.

Tutte e tre contengono alte quantità di una sostanza chimica neurotossica chiamata toluene. Quando inalati, generalmente da una piccola bottiglia di vetro, spesso nascosta in un cartone vuoto di latte o di altre bibite, i fumi creano una forte dipendenza e gli effetti sono quasi istantanei.

TRATTO DA NEWS24

TRADUZIONE DI IRENE STROPPA