Un estratto dell’appello lanciato dalla Rete per i diritti dell’Infanzia in Messico per frenare l’ondata di violenze e soprusi contro la popolazione di strada di Città del Messico nell’ambito di un’operazione di “pulizia sociale” in vista dell’arrivo di Papa Francesco nella capitale messicana.

MESSICO – L’arrivo di Papa Francesco a Città del Messico si è trasformato in un pretesto per l’allontanamento forzato di bambini, bambine, giovani, uomini, donne, famiglie, persone con disabilità e anziani, che insieme formano la popolazione di strada di Città del Messico. Un intervento attuato dallo Stato per nascondere questo fenomeno alla stampa internazionale.

Ancora una volta la pulizia sociale contro i più poveri diventa una pratica sistematica a ridosso di eventi internazionali, basta ricordare le visite passate di altri rappresentanti dello Stato Vaticano nel 2002 e nel 2012, rispettivamente Giovanni Paolo II e Benedetto XIV, dove si erano registrate azioni di violenza ed il ritiro forzato della popolazione di strada.

Nel 2002 la Commissione dei Diritti Umani del Distretto Federale e le organizzazioni sociali documentarono le azioni del Governo del Distretto Federale che, su richiesta dell’ Arcidiocesi di Città del Messico, evacuò e rinchiuse per due settimane all’incirca 250 persone di strada per “nasconderli” durante la visita di Giovanni Paolo II.

La pulizia sociale è una grave violazione dei diritti umani che aggrava le già precarie condizioni delle persone senza fissa dimora, che già devono affrontare le discriminazioni e la violenza dovute alle carenze dello Stato messicano, sprovvisto di politiche pubbliche e di un quadro normativo che consenta la loro inclusione sociale. Varie autorità sociali inoltre criminalizzano la condizione di povertà e di esclusione sociale in cui vivono le persone di strada, adottando come unica politica quella di spostarli dagli angoli delle strada dove si rifugiano.

Durante gli ultimi vent’ anni, oltre alla pulizia sociale, si sono registrate altre gravi violazioni dei diritti umani contro la popolazione di strada che si traducono in 11 inchieste portate avanti dalla Commissione dei Diritti Umani del Distretto Federale sul Governo di Città del Messico e sulle sue Delegazioni. La Commissione Interamericana dei Diritti Umani a novembre del 2012 ha processato lo Stato Messicano per violenza, discriminazione e pulizia sociale contro la popolazione di strada nelle nuove città del paese. Nell’ottobre del 2014 in occasione della visita del Relatore per i Diritti dell’Infanzia dell’Organizzazione degli Stati Americani per i diritti umani (CIDH) si è ribadita la costante violazione da parte dello Stato messicano dei diritti umani contro la popolazione di strada. In modo particolare a Città del Messico.

La Commissione dei Diritti Umani delle Nazioni Unite ha osservato in Messico nel 2006 e nel 2010 una grave situazione di discriminazione e di violenza da parte della polizia e di altre autorità verso i bambini e le bambine di strada. Nel Periodico Universale del Consiglio dell’ONU per i Diritti Umani, i governi hanno espresso la loro preoccupazione per l’alto numero dei bambini di strada e per la violazione dei loro diritti umani condotta dalle autorità. Lo Stato messicano continua ad ignorare le osservazioni internazionali e a non rispettare la legge messicana: tutti i funzionari implicati nelle violazioni dei diritti umani rimangono impuniti. Durante i primi giorni del mese di febbraio del 2016, diversi funzionari pubblici dello Stato messicano e di Città del Messico sono stati protagonisti di atti di violenza di persecuzione e di pulizia sociale nei confronti della popolazione di strada. I mezzi di comunicazione hanno documentato queste azioni giustificandole con la visita di Papa Francesco.

Una persona che vive in strada nella zona dell’aeroporto internazionale di Città del Messico ha dichiarato: “Due poliziotti armati ci hanno detto che dobbiamo andar via da qui questa notte altrimenti daranno istruzioni alle pattuglie di arrestarci domani mattina e di buttare la nostra roba. Non ci danno il permesso di metterci in nessuna strada vicino all’aeroporto perché il Papa passerà da queste parti.”

Sia la Costituzione messicana che la Dichiarazione Americana dei Diritti e Doveri dell’Uomo riconoscono i diritti di libertà, sicurezza e uguaglianza delle persone.

La condizione di povertà non deve sminuire né annullare il rispetto dei cittadini di cui anche la popolazione di strada è parte, la salvaguardia dei loro diritti umani deve essere garantita dallo Stato messicano.

Fonte: derchosinfancia.org