Pubblichiamo un estratto dell’intervista di Ionut Jugureanu, direttore della Fondazione Parada, per Vocea.biz, Romania.

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ROMANIA – In un vecchio edificio di Bucarest, dove regna una pulizia accurata ed ogni radiatore è pieno di vestiti messi ad asciugare, due bambini giocano con tre palline, poi quattro. I numeri di giocoleria diventano sempre più complessi. Le palline vanno di mano in mano. Uno dei bambini sale sull’altro, sei palline volano in aria senza cadere per terra. I due bambini e tanti altri come loro non si preparano necessariamente ad una carriera circense. La pratica è finalizzata a tenere la propria mente ed il tempo occupato. E a tenerli lontani da aurolac, etnobotanici ed eroina.

I bambini di strada sono il target della Fondazione Parada. Il circo è uno strumento per attirarli presso il centro diurno, dove trovano un pasto caldo, la possibilità di farsi una doccia e lavare i propri vestiti, il materiale scolastico.

Coloro che vogliono provare con la giocoleria sono allenati da professionisti. È un modo per mostrar loro cosa significa rispettare un programma, collaborare e seguire alcune regole. E, ultimo ma non meno importante, è un modo per tenerli lontani dalle droghe e dimostrar loro che possono essere apprezzati e ricevere applausi, non solo sguardi di disprezzo.

Ionut Jugureanu, direttore della fondazione, guarda ai bambini di strada come vittime dello stato. Quelli di oggi sono la seconda generazione che è cresciuta in strada, i figli dei bambini fuggiti dagli orfanotrofi comunisti. Quelli che sono sopravvissuti.
Per quanto riguarda coloro che nel frattempo sono morti, Jugureanu punto il dito allo Stato di oggi, che ha guadagnato dalle tasse sulla vendita di etnobotanici – fenomeno che ha colpito i bambini di strada negli ultimi anni.

Un ciclo continuo di irresponsabilità statale

Le fondamenta della Fondazione Parada furono poste dal clown francese Miloud Oukili che nel 1992 arrivò in Romania e fu impressionato dai bambini di strada della Stazione Nord di Bucarest.

Non sapendo il rumeno, cercò di avvicinarli tramite la giocoleria. Con questo approccio ha conquistato la loro fiducia, essendo abituati ad evitare le figure apparentemente autoritarie. Una volta ottenuta la fiducia, è diventato più facile offrire aiuto.

La generazione di bambini di strada di quel tempo si è evoluta in diverse direzioni, dice Ionut Jugureanu.

“È una studentessa di PhD francese a fare una tesi sui bambini di strada di Bucarest analizzando i dati dei beneficiari di Parada degli scorsi anni. Abbiamo cercato quei bambini di strada per capire cosa fanno oggi. Di loro, quasi un terzo è morto”, dice Jugureanu.

Un altro terzo è rappresentato da coloro che si sono integrati nella società, sia lavorando legalmente che a nero, ma pur sempre guadagnando tanto da riuscire a sostenere le loro famiglie e non stare più in strada. L’altro terzo sono i bambini di strada che nel frattempo sono diventati adulti di strada.

“I bambini di strada sono una conseguenza dell’irresponsabilità dello stato rumeno. È una prova dell’irresponsabilità dello stato comunista che ha generato questo problema, proibendo gli aborti, penalizzando l’interruzione di gravidanza, incoraggiando l’abbandono. Nel 1990, in Romania si stimavano tra i 100.000 ed i 200.000 bambini negli orfanotrofi, secondo le fonti. Bambini maltrattati in una maniera inimmaginabile”, dice Jugureanu.

“Molti dei bambini che sono stati maltrattati in questi orfanotrofi sono fuggiti per salvarsi la pelle e sono diventati bambini di strada. È questo il modo in cui il fenomeno ha avuto inizio, ma non è ancora scomparso perché l’irresponsabilità continua anche nello Stato post-comunista, lo Stato di transizione e lo Stato attuale che nasconde, come di consueto, quello che non va, che demolisce le baracche in cui si trovano, che li sfratta dalle case abbandonate in cui vivono. Sono come animali cacciati”, dice Jugureanu.

Le droghe che hanno schiacciato due generazioni

Un problema che va di pari passo con la vita dei bambini in strada è il consumo di droga. Negli anni ’90, quando fu istituita la Fondazione Parada, l’aurolac era la sostanza che avrebbe dato il nome ad un intera generazione di bambini di strada.

Dopo gli anni 2000, l’eroina si è aggiunta all’aurolac. Molto più disastroso è stato l’ingresso sul mercato, legalmente, dei cosiddetti etnobotanici.

“Nel 2009 – 2010 sono comparse le cosiddette droghe legali o etnobotanici. Legale perché questo era il loro status ed etnobotanici perché questo era il loro nome sul mercato, per farli sembrare healthy e alla moda. Sicuramente le popolazioni di strada non erano il target, ma i bambini di strada sono i più vulnerabili perché non hanno alcun supporto. Gli altri hanno i genitori, gli amici, la scuola, un entourage a cui possono rivolgersi, sono assicurati nel sistema sanitario. Quelli di strada non avevano materassi su cui cadere”, dice Jugureanu.

A differenza dell’eroina, una droga che alimenta la dipendenza del consumatore con una due dosi al giorno, gli etnobotanici hanno portato alla situazione in cui i consumatori iniettavano la sostanza anche 10 volte al giorno, essendo il loro effetto più corto.

Questa pratica ha portato all’uso della stessa siringa più volte e da più consumatori. Il risultato è stato una vera e propria epidemia di HIV e di epatite tra i consumatori. Con l’indebolimento del sistema immunitario, molti sono stati colpiti anche dalla tubercolosi.

“Gli etnobotanici, a mio avviso, sono di responsabilità diretta dello Stato rumeno perché sono stati legalmente venduti in negozi registrati presso il Registro delle Imprese, pagando tasse ed IVA allo Stato rumeno. Si è ricavato un profitto dalla loro vendita fino a quando sono stati vietati. Il divieto è stato inutile e tardivo. Nel momento in cui si crea un mercato, le persone iniziano un consumo”, dice Ionut Jugureanu.

Lo Stato ha dato, lo Stato ha ignorato

Il direttore della Fondazione che lavora direttamente con i minori di strada afferma che adesso il consumo di droga è costituito da una miscela di sostanze inalanti, eroina ed etnobotanici.
Il trattamento sostitutivo esiste solo per l’eroina, ma accedervi è comunque quasi impossibile.
“I trattamenti sostitutivi non esistono per niente. Ci sono esclusivamente per l’eroina – suboxone e metadone vengono dati dopo il consulto psichiatrico e medico nell’ambiente ospedaliero. Ma nella maggior parte dei casi sono pagati dal paziente e costano circa 400 lei al mese”, dice Jugureanu.

“Ci sono anche 100 posti liberi gestiti dall’Associazione Rumena Anti AIDS ed altrettanti gestiti dall’Agenzia Nazionale Antidroga. Questo rapportato ad una popolazione di circa 10.000 consumatori. Se il 10% dei consumatori decidesse questo mese di abbandonare il consumo di droga e di seguire un trattamento sostitutivo, non troverebbe posto nei centri sovvenzionati dallo Stato”.

“Le droghe che sono state legali contengono vari tipi di molecole e sostanze. Ma non abbiamo nessun tipo di analisi della sua composizione. In qualsiasi paese normale, i fondi delle siringhe vengono raccolti ed analizzati. Le ONG, se finanziate, prendono i fondi delle siringhe, li portano in laboratorio, analizzano le sostanze dal punto di vista chimico e ne determinano i pericoli. Da noi non esistono questi studi. Non esiste un programma per la riduzione del rischio finanziato in Romania, non esiste una politica di prevenzione. E queste persone muoiono. Si ammalano e muoiono. Così le statistiche sono equilibrate, perché muoiono. In realtà, non ci sono neanche troppe statistiche “.

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Che opportunità di reinserimento hanno i bambini di strada

Con questi bambini lavorano organizzazioni non governative tra cui la Fondazione Parada. Secondo la tradizione iniziata dal francese Miloud Oukili, questi sono attratti da operatori sociali che li approcciano con uno spettacolo di circo.

Gli operatori sociali sono spesso, a loro volta, ex bambini di strada. I bambini che acquisiscono fiducia nella Fondazione possono venire al centro diurno e partecipare ai corsi di giocoleria. Il principale beneficio è l’acquisizione della fiducia in sé stessi ed il tempo trascorso a fare altro piuttosto che consumare droghe.

“L’approccio circense è ludico, è divertente, è un gioco ed un piacere, è parata, è visibile. Il bambino che è in strada e si annoia, ha bisogno che gli venga stimolata la curiosità’. Deve essere stupito. Una volta che vengono integrati nel programma di formazione, si abituano a degli orari da rispettare. Sanno che devono essere qui alle 10,00 di mattina, che devono allenarsi, fare la doccia, mangiare ed essere pronti. Devono imparare a rispettare regole di base. Durante la giornata non consumano aurolac perché fanno altro, occupano il tempo con qualcosa di diverso rispetto al loro quotidiano”, dice Jugureanu.

“Molte volte i bambini di strada sono plasmati dallo sguardo altrui. Uno sguardo negativo. Nel momento in cui vediamo un ragazzo mendicante, sporco, che ci lava l’auto anche se non vogliamo, lanciamo delle occhiatacce che il bambino interiorizza. Così inizia a sentirsi brutto, inadeguato, strano. Il circo dà loro nuovamente fiducia”.

Dalla strada, i bambini arrivano presto sul palco. Gli spettacoli hanno luogo in diverse città in tutto il paese, a volte anche all’estero.

“Il fatto di essere sul palco, di essere ammirati ed applauditi, dà loro fiducia e gli sguardi degli altri sono sempre positivi, l’opposto di quello che vedono in strada. E questo quello che conta. Allora ti senti utile, impari a comunicare, a rispettare gli altri, a contare su di loro. Molti di loro hanno tenuto laboratori presso la Scuola Francese. Immaginate i bambini di strada che insegnano a giocolare a figli di dirigenti delle grandi multinazionali. È una cosa molto rilevante per loro”, dice Jugureanu.
Ma la lotta rimane difficile. Le organizzazioni come la Parada non ricevono alcun finanziamento statale e un soggetto come i bambini di strada non è di interesse per gran parte della società civile.

I bambini di strada muoiono ancora per le strade a causa della miseria e delle droghe che assumono per dimenticarla.
“I bambini di strada sono figli di nessuno. Non ci sentiamo responsabili. È come se la strada li avesse generati e la strada facesse loro da madre e da padre”.

Fonte: Vocea.biz

Photo credits: Ornella Mazzola