SOMALIA – Ali Abshir Ibrahim, 14 anni, lavora nello stesso garage del quartiere Mursal di Baidoa da quando aveva 10 anni, dal momento della morte di suo padre.

Ha lasciato la casa rurale di famiglia a Deinunai, distante 22 km, per trovare lavoro. In un primo momento è stato pagato con il cibo ed un posto letto nel garage. Ma negli ultimi mesi è riuscito a guadagnare un salario puntuale di 100.000 scellini somali ($5) per i suoi lavori di saldatura e di arrotino.

Con questo denaro aiuta sua mamma, suo fratello minore e sua sorella, che vivono in condizioni difficili a causa della siccità ricorrente e dello scarso raccolto. Ali non ha avuto nessuna possibilità di andare a scuola, anche se questo è quello che sogna per il suo futuro. “Non sono venuto in città solo per lavorare – volevo anche imparare ma ho realizzato di non poter fare tutte e due le cose insieme” ha detto.

Infatti Ali non ha mai avuto l’opportunità di ottenere un’istruzione di base durante gli ultimi quattro anni.

I bambini che, lavorando, sostengono le loro famiglie sono numerosi a Baidoa ed in molte altre parti della Somalia.

Lul Ishaq Aden gestisce un centro finalizzato a prendersi cura dei bambini di strada. Si dichiara preoccupata per l’alto numero di bambini costretti ad entrare nel mercato del lavoro precludendosi la possibilità di accedere al sistema scolastico.

“Questi bambini hanno diritto all’istruzione di base ed al sostegno invece di dover lavorare” ha detto. “La maggior parte di loro è stata costretti ad andare a lavorare a causa della morte dei loro padri o della povertà in generale.”

Nel corso degli ultimi due mesi, il centro di Lul ha individuato ed accolto 120 ragazzi e ragazze che lavorano pur avendo meno di 13 anni. “Alcuni lavorano nei ristoranti, altri trasportano l’acqua, altri ancora lavorano con i commercianti di khat e molte delle ragazze vendono henné per le strade”, ha detto.

Molti dei bambini del centro hanno subito abusi fisici e verbali sul posto di lavoro. A molti è stata negata la paga.

“Si tratta di bambini vulnerabili che meritano di essere salvati in modo che possano costruirsi un futuro”, ha detto . Il centro offre istruzione di base gratuita e formazione professionale ai bambini e pianifica di riuscire ad offrire anche vitto e alloggio.

Tuttavia, non è facile distogliere i bambini dall’idea di tornare in strada in quanto la maggior parte sentono la pressione di dover guadagnare soldi per sostenere le loro famiglie.

Fonte: Radioergo.org