Sono sotto gli occhi di tutti in ogni angolo della strada: vendono fiori, gomme da masticare e altri articoli ai passanti, ma i bambini di strada/venditori ambulanti della Tunisia sono spesso delle voci inascoltate.

Mentre gli altri bambini passano il loro tempo con gli amichetti e vanno a scuola, la maggior parte dei bambini svantaggiati è costretta a vivere in strada per guadagnarsi la giornata, in alcuni casi già all’età di nove anni. “Ho dovuto lasciare la scuola l’anno scorso perché dovevamo guadagnare più soldi, le spese per l’affitto sono alte in Tunisia”, dice Amhed a Tunisia Live.

“Lavoro per strada da un po’ di tempo. Mi sveglio tutte le mattine alle 7 e rimango qui fino alle 5, ma ho un’ora di pausa pranzo.” Ahmed viene da una famiglia povera della periferia della zona sud di Tunisi, la capitale. “Non ho scelta, non riesco ancora a guadagnare tanti soldi, ma almeno contribuisco un po’ alle spese di casa, mi sento come un uomo adultoaggiunge.

In Tunisia al momento non ci sono figure specializzate nello studio del fenomeno del lavoro minorile. Ma le statistiche affermano che il numero dei minori che lavora in strada è aumentato dalla rivoluzione del 2011 e, vista la grande quantità di famiglie in ristrettezze economiche, il lavoro minorile è diventato una prassi in Tunisia.

Aida Becharak, dell’Associazione tunisina in Difesa dei Diritti dei Bambini, dichiara che il numero dei bambini costretti a lavorare in strada è cresciuto negli ultimi anni.“Più di 1000 bambini interrompono gli studi ogni anno in Tunisia.” “L’età media è intorno agli undici anni; questo numero è diviso in tre gruppi: i bambini che lavoro nelle campagne, soprattutto quelli che provengono da famiglie numerose, i bambini che vengono coinvolti in attività criminali e quelli che lavorano in strada”. Non ci sono statistiche accurate sul fenomeno del lavoro minorile in Tunisia. È un problema che sta crescendo esponenzialmente nella Tunisia del post rivoluzione.”

Nel 2014 la Tunisia ha fatto passi in avanti verso l’eliminazione delle varie forme di lavoro minorile, questi miglioramenti includono nuove tutele legali per i bambini e lo sviluppo di un Piano Nazionale di Azione per combattere questo fenomeno.

Inoltre molti bambini affrontano quotidianamente abusi e discriminazioni mentre lavorano nelle strade dimenticate della capitale.

Rim, undici anni, vende gomme e caramelle in una delle fermate centrali della metro “la mia famiglia è povera e mio padre è invalido, è per questo che noi dobbiamo lavorare per dare una mano. Io lavoro solo durante l’estate così raccolgo i soldi per i materiali scolastici e per qualche vestito. Il lavoro è faticoso e le persone sono avare con noi. Ho sempre sete e fame, ma non posso spendere tutti i soldi per il cibo” aggiunge.

“Guadagniamo molto poco ma quel poco ci permette di vivere giorno per giorno. Odio questa vita così ingiusta e il fatto che sia nata da una famiglia povera” dice Atif, 10 anni, che pulisce i vetri delle macchine nell’incrocio trafficato vicino ad una ricca zona di Tunisi. La vita di Atif contrasta duramente con le condizioni agiate delle persone che vivono in questa zona. “So che è la volontà di Dio, ma vorrei essere nata ricca” dice. “Vorrei avere una vita più facile”. Comunque la vita in strada per Atif è una situazione temporanea, tornerà a scuola quando le vacanze estive finiranno, a settembre. “Dopo l’estate, tornerò a scuola. Odio la scuola, preferirei lavorare ma non mi è permesso. La scuola non ti insegna niente della vita vera. Due dei miei parenti sono laureati ma sono entrambi disoccupati. Qual è l’utilità di studiare se poi comunque rimani disoccupato?” aggiunge mentre passa un’altra lussuosa macchina.

Il tasso di disoccupazione in Tunisia è fisso al 15 per cento mentre tra i giovani laureati è aumentato del 30 per cento in comparazione con le ultime statistiche. Al di là delle prospettive poco rassicuranti, molti bambini hanno speranze per il futuro. Mohamed, 15 anni, vende fiori ai clienti dei bar vicino Habib Bourghiba Avenue a Tunisi. “Spero di non dover fare questo lavoro tutta la vita. Voglio mettere da parte i soldi e fare un visto per andare in Italia. Ho dei parenti là che hanno promesso di aiutarmi a trovare un lavoro migliore” dice. “In futuro voglio guadagnare dei soldi, voglio essere ricco e comprarmi una bella macchina. Spero solo di raggiungere il mio sogno ed andarmene dalla Tunisia.

Fonte: Tunisialive – Zeineb Marzouk